Prima il Milan, poi il Napoli e ieri sera l’Inter. Le squadre italiane sono ripartite bene, con tre vittorie in Champions. Da oggi, quindi, riflettori puntati sull’Europa League, la Conference, e in particolare sulla Juventus, l’unica che non si era qualificata per gli ottavi della coppa più prestigiosa. La retrocessione dei bianconeri in Europa League è stata una delle tante delusioni per i tifosi, che hanno smesso presto di pensare allo scudetto, prima ancora della penalizzazione di quindici punti. Una doppia amarezza questa, perché sul campo la squadra di Allegri di punti ne ha ottenuti quarantasette, grazie ai quali adesso sarebbe almeno al secondo posto, insieme con l’Inter, più che mai lanciata verso la qualificazione alla prossima Champions.
Ormai, però, non ha più senso piangersi addosso e bene ha fatto Allegri a compattare la squadra, invitandola a non aggrapparsi agli alibi, anche se forti. Malgrado gli infortuni che non gli hanno mai permesso di schierare Pogba e hanno ritardato il recupero di Vlahovic e Chiesa, non a caso assente anche stasera, ma soprattutto malgrado un fatto senza precedenti come le forzate dimissioni in blocco di tutto il consiglio di amministrazione a metà stagione, il tecnico ha dato il buon esempio anche se non è bastato per limitare le critiche nei suoi confronti. E così se la Juventus non vincerà a Nantes sul banco degli accusati finirà prima di tutti lui.
Per questo l’appuntamento in Francia rappresenta una finale, come ha ammesso proprio Allegri. L’Europa League, infatti, è un obiettivo dichiarato e non di consolazione perché in caso di successo finale avrebbe valore doppio, un po’ perché da quando ha preso il posto della coppa Uefa nessuna squadra italiana l’ha mai vinta e molto perché riaprirebbe ai bianconeri le porte della prossima Champions League.
In attesa di sapere che cosa succederà stasera, è fuori discussione il fatto che la Juventus, virtualmente seconda in Italia, è più forte del Nantes soltanto tredicesimo nel suo campionato dopo l’ultima sconfitta (1-3) a Lens, come ha riconosciuto il tecnico dei francesi Kombouarè secondo cui la sua squadra ha soltanto il venti per cento di probabilità di passare il turno. Ecco perché mai come stavolta la Juventus e in particolare Allegri hanno più da perdere che da guadagnare, visto che un successo sarebbe considerato normale, mentre una sconfitta avrebbe il sapore del definitivo fallimento a livello europeo, dopo la mancata qualificazione agli ottavi di Champions con il punto più basso rappresentato dalla umiliante sconfitta (0-2) sul campo degli israeliani del Maccabi.
Dentro o fuori, allora, senza pretendere un calcio spettacolare che in Italia ormai è una esclusiva del Napoli. Perché quando il gioco si fa duro, i duri incominciano a giocare. Lo diceva Vialli, che con la sua Juventus eliminò proprio il Nantes prima di vincere l’ultima Champions bianconera nel 1996. E siamo sicuri che anche lui oggi, dalla sua nuova tribuna, chiederà prima di tutto la qualificazione, per evitare altre critiche e sognare un’altra coppa.