L’onestà intellettuale è l’unica risorsa che possiedo. Perciò sono obbligato ad ammettere di avere completamente sbagliato il pronostico di Napoli-Milan. Quattro gol non sono mai casuali, a maggior ragione se potevano essere di più, e, soprattutto, se sono inflitti da una squadra in crisi alla capolista assoluta del campionato che giocava in casa. Il Milan è stato quel che il Napoli si è dimenticato di essere: squadra per tutti i 90 minuti con un gioco che ha legato i reparti ed esaltato il centrocampo. Leao, che avevo punzecchiato non più tardi di venerdì, ha risposto con due gol, ma Brahim Diaz o Saelemaekers, al di là del gol, non sono stati da meno. Così come hanno lavorato d’ingegno i centrocampisti.
Il copione, dunque, si è rovesciato e il Napoli, improvvisamente ridotto agli individualismi, ha fatto una figura barbina. Quanto inciderà sulla Champions tra dieci giorni? Sinceramente credo per nulla, anzi. Spalletti ha sufficiente tempo non solo per metabolizzare la sconfitta, ma per renderla istruttiva tra i suoi giocatori.
Ribadisco un concetto: il Napoli è nettamente migliore del Milan e Pioli deve guardarsi ancora da Inter, Roma e Atalanta per entrare in zona Champions. Tuttavia, nel calcio, non sempre vince il migliore, ma quello che la condizione rende più forte in quel momento. E il Milan, questo Milan, sorprendete e bellissimo, il jolly se l’è giocato ieri, dando a Spalletti l’opportunità di non sbagliare ancora.
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